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Giovedì, 8 maggio 2025 - Aggiornato alle 6.00

LAVORO & PREVIDENZA

Presto al via il Portale nazionale del lavoro sommerso

Il Ministero del Lavoro ha varato anche l’ultimo decreto sul trattamento dei dati contenuti nel portale

/ Mario PAGANO

Giovedì, 8 maggio 2025

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È ormai ai nastri di partenza l’avvio del nuovo Portale nazionale del sommerso (PNS). Anche l’ultimo decreto ministeriale, relativo ai dettagli sul trattamento dei dati personali, è stato adottato lo scorso 6 maggio dal Ministro del Lavoro in accordo con il Garante per la protezione dei dati personali. Dovrebbe così essere rispettata la scadenza del prossimo 30 maggio 2025 per la partenza ufficiale di questo fondamentale strumento informativo che, ci auguriamo tutti, consentirà una maggiore efficacia nella attività di pianificazione e attuazione delle verifiche in materia di lavoro e legislazione sociale e in particolare in tema di “lavoro nero”.

Non possiamo dimenticare quanto il lavoro sommerso pesi negativamente nel nostro sistema lavoro in termini non solo puramente economici, ma anche sotto il profilo delle tutele per i lavoratori e per i rischi legati alla salute e sicurezza sul lavoro. L’ultimo rapporto ISTAT sull’economia non osservata, riferito al 2022, parla di quasi 3 milioni di lavoratori in nero, i quali rappresentano il 12,5% rispetto al totale degli occupati regolari. Nel 2022 il valore dell’economia non osservata cresce di 17,6 miliardi, segnando un aumento del 9,6% rispetto al 2021 (+8,4% la crescita del Pil corrente). L’economia sommersa (ovvero al netto delle attività illegali) si attesta a poco meno di 182 miliardi di euro, in crescita di 16,3 miliardi rispetto all’anno precedente, mentre le attività illegali sfiorano i 20 miliardi.

Anche in ragione di questi numeri preoccupanti, dal 2023 il contrasto al lavoro sommerso costituisce uno degli obiettivi primari, fissati dal Ministero del Lavoro nell’ambito degli impegni dell’Italia con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). La lotta al “lavoro nero” rientra, infatti, nel progetto, per il triennio 2023-2025, volto all’attuazione del PNS (Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso).

Già oggi i controlli sono serrati e coinvolgono in modo trasversale più enti (oltre a INL sono interessati anche INPS, INAIL, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza), tutti competenti normativamente ad accertare e contestare l’impiego “in nero” dei lavoratori con la cosiddetta “maxisanzione”, prevista dall’art. 3 del DL 12/2002. Nonostante gli importi siano considerevoli (un solo giorno di lavoro nero può costare a un datore di lavoro come minimo quasi 2.000 euro di sanzione amministrativa) si continuano a registrare numeri in netta crescita. Solo nel 2024 le verifiche attivate dall’INL hanno permesso di riscontrare un 13% in più di lavoratori in nero rispetto all’anno precedente.

Il Portale nazionale del sommerso, una sorta di completa banca dati, gestita dall’Ispettorato nazionale del Lavoro, è partito ufficialmente nel 2022, con l’art. 19 del DL 36/2022 con cui è stato riscritto il comma 1 dell’art. 10 del DLgs. 124/2004, che al tempo disciplinava la mai pienamente attuata “banca dati attività ispettiva”, denominata BDAI.
In esso confluiscono le risultanze dell’attività di vigilanza svolta dall’Ispettorato nazionale del Lavoro e dal personale ispettivo dell’INPS, dell’INAIL, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza avverso violazioni in materia di lavoro sommerso nonché in materia di lavoro e legislazione sociale. Tali dati secondo l’ultimo decreto saranno conservati per cinque anni decorrenti dalla data di acquisizione dell’ultima informazione o atto pertinente allo stesso fascicolo, decorsi i quali i predetti dati vengono cancellati.

Con il primo decreto del Ministro del Lavoro del 20 novembre 2024 n. 170 sono stati individuati i dati oggetto di condivisione, che non attengono solo alle mere violazioni in materia di lavoro e legislazione sociale, ma anche a quelle sulla sicurezza, sugli aspetti previdenziali e assicurativi, senza dimenticare i profili fiscali, da sempre strettamente connessi con il lavoro illegale. Inoltre, vi sarà spazio per la tutela sostanziale dei lavoratori nella misura in cui verranno mappate le varie denunce da essi presentate e i provvedimenti adottati nei loro interessi, come le diffide accertative per crediti patrimoniali.

Ora con il decreto 6 maggio 2025 n. 60, come anticipato, vengono definiti i criteri di trattamento dei dati personali, il tutto, secondo quanto precisato dal Garante per il trattamento dei dati personali, nel rispetto dei principi di liceità, correttezza, trasparenza, limitazione delle finalità, minimizzazione dei dati, esattezza, limitazione della conservazione dei dati, integrità e riservatezza. In tal senso l’INL assume il ruolo di titolare del trattamento dei dati raccolti e trattati all’interno del PNS e garantisce la gestione tecnica e informatica del PNS ospitato sulla sua infrastruttura cloud in conformità alle disposizioni del Regolamento Ue 2016/679 (GDPR) e del Codice dell’Amministrazione digitale (DLgs. 82/2005). Tutti gli altri enti cooperanti avranno il ruolo di titolari autonomi del trattamento.

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